giovedì 26 ottobre 2017

Robert G. Vignola: una stella lucana nel firmamento di Hollywood


Hollywood è la patria di quel grande cinema che ha fatto della nostra realtà un sogno. Tra le sue affascinanti e carismatiche stelle, ne troviamo una tutta italiana, che lì si spense: la figura di Robert G. Vignola, in arte Bob Vignola, attore e regista statunitense di origine lucana,  prolifico dagli anni ’10 ai ’30, conosciuto a livello internazionale. 


di Roberta Gambaro

Bob Vignola fu una figura molto importante all’epoca del film muto, sia come attore che come regista e, tutt’oggi, tra i cinefili appassionati, rimane una delle figure cardine del cinema delle origini.
Nato a Trivigno, in provincia di Potenza, Giuseppe Vignola, emigrò con la famiglia negli Stati Uniti in tenera età, crescendo a New York. Esordisce a teatro a 19 anni, recitando con Eleanor Robson e Kyrle Bellew in uno spettacolo teatrale su Romeo e Giulietta. La carriera cinematografica arriverà nel 1906 con il cortometraggio poliziesco e drammatico “The Black Hand” e, nel 1907, entrò a far parte della Kalem Company, la casa di produzione che realizzò il primo adattamento cinematografico dei famosi “Dr. Jeckill and Mr. Hyde" e di “Ben Hur" del regista Sidney Olcott, col quale collaborerà alla regia dei suoi film, iniziando nel 1911 con il film drammatico “Rory O’Moore”.




Necessita ricordare le origini del cinema e della capacità artistica e creativa dei suoi protagonisti italiani e stranieri, che hanno fatto della nostra vita una proiezione interscambiabile tra realtà e finzione, facendoci appassionare, emozionare, commuovere e divertire. Ricordando l’epoca del muto, si torna alle  nostre origini, si torna all’espressività del volto, al mistero e al fascino, senza l’ausilio della parola.
Occorre, dunque, “premiare”  Bob Vignola, come pure altre figure italiane importanti e fondamentali all’epoca del muto, conosciute anch’esse a livello internazionale: Rodolfo Valentino, Lyda Borelli, Francesca Bertini per citare alcuni attori famosi. Enrico Novelli , in arte Yambo, con il cortometraggio “Un Matrimonio Interplanetario” (1910);  il grande Nino Oxilia conosciuto per “Rapsodia Satanica” (1917), e Anton Gulio Bragaglia con l’opera d’arte futurista “Thais”(1917), per citare almeno tre registi fondamentali e alcuni dei loro film più influenti del filone misterioso, fantascientifico, esoterico e drammatico .  




Bob, dunque, fa parte di quei personaggi carismatici e affascinanti, la quale fisionomia bene si adatta alla figura dell’uomo misterioso, oscuro, di colui che tra i primi diede inizio al cinema vampiresco, come regista. 
The Vampire (1913), che precede il più conosciuto film a episodi “Les Vampires" di Louis Feuillade, racconta il fenomeno delle vamp, della femme fatale, di colei che strega la sua preda e la irretisce, trama che ad esempio rivedremo anni più avanti, in capolavori più famosi come Aurora (1927) di Murnau e come pure in molte altre opere, dove la figura della donna  strega e seduttrice, sarà fondamentale, oltre che desiderata e punita.
La protagonista di “The Vampire” è una splendida vamp-iressa, interpretata da Alice Hollister, la quale  vedremo inoltre interpretare il ruolo di Maria Maddalena nell’opera “From Manger to Cross”(1912) che rappresenterà uno dei punti cardini del film muto, campioni di incassi all’epoca.
E in tale ardita opera dell’amico regista Sydney Olcott, la quale fu realizzata con grandi grande budget economico, vedrà protagonista, come Giuda Iscariota, proprio il nostro Bob Vignola. 
Vignola, dunque, fu protagonista di grandi momenti di cinema, in numerosissimi film  come attore, produttore e  regista; la Hollister, fu attrice scelta per molti suoi film, sia  nel filone vampiresco , come in “The Vampire’s Trail" e in “The Devil's Dansant” , entrambi del 1914,  sia nei ruoli drammatici di pellicole epico-avventurose e drammatiche, come ad esempio in “The Mistery of The Yellow Sunbonnet”. Ma altre stelle furono protagoniste nei film di Vignola: Rodolfo Valentino come comparsa in “Seventeen” e Clark Gable con un cameo in “Declassé”.
Il cinema muto, purtroppo, ebbe i giorni contati. 
Come un metafora della vita stessa, il cinema cambia non in base alle esigenze del pubblico ma stravolgendo le sue abitudini e trascinandolo con sé. 
Con l’avvento del sonoro, Vignola ben presto si dovette adattare a quella innovazione. Produsse film di scarso successo fra il pubblico ma giudicati ottimi dalla critica, come i drammatici “Broken Dreams”  (1933) premiato al Festiva di Venezia, meglio conosciuto come “Sogni Infranti”, e “A Scarlet Letter” (1934) . Gli anni ’30, dunque, vedranno la fine non solo dell’epoca del muto ma anche la storia del nostro Vignola, che si ritirerà dalla sua prolifica attività di stella del cinema. 

Si spense a Hollywood nel 1953. É sepolto nel St. Agnes Cemetery di Menands, a New York.

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